“Tornare al Sud ha cambiato il mio modo di vedere il mondo” queste sono le parole di Stefano Maiolica, alias @unterroneamilano, che lo scorso agosto ha vagato per tutto il Meridione on the road, per girare una docuserie molto particolare.
Stefano, ventiseienne salernitano, da quattro anni vive a Milano dove è diventato un vero e proprio punto di riferimento per tantissimi fuori sede grazie alla sua pagina @unterroneamilano. Ma proprio negli anni lontano dalla sua terra, Stefano ha scoperto di esserci molto più affezionato di quanto credesse. Ed è proprio per questo che nell'estate 2020 ha deciso di dedicare 15 giorni di viaggio alla ricerca e al racconto delle storie di eccellenza meridionale.
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“Quando si parla del Meridione si cade troppo spesso nei soliti stereotipi. Ma il Sud è molto di più ed è arrivato il momento di raccontarlo”
Stefano 26 anni
Come nasce l’idea di Rotolando verso Sud?
Quando ho deciso di lasciare la mia città, Salerno, ci avrei messo una croce sopra. Ero arrabbiato perché mi sentivo non accettato dalla mia terra. Vivendo per anni lontano da casa ho capito che non ero io a dover avere bisogno del Sud, ma forse è il Sud che può avere bisogno di me.
Una notte di quarantena a Milano, ero sul divano a riflettere su come poter cogliere il lato positivo anche da una situazione difficile come quella della pandemia. In quel periodo tantissimi fuorisede sono rientrati al Sud e ho notato un crescente interesse verso il Meridione. Così, ho pensato che questo poteva essere il momento giusto per provare a fare la mia parte e raccontare un Sud che va molto oltre i soliti stereotipi.
In cosa consiste il progetto?
“Rotolando verso Sud” è una docuserie, ovvero un documentario con uno stile da serie tv, in cui il vero protagonista è proprio il nostro bellissimo Meridione. Per poterlo girare ho viaggiato per 15 giorni on the road, andando a intervistare quelle persone che avevano tanto da raccontare, ma a cui mai nessuno ha dato voce.
Prima di partire, ho ricevuto più di 200 email da persone che ci offrivano ospitalità e ci consigliavano tappe per il tour, e ho selezionato le storie più interessanti. La scelta non è ricaduta sulle città più famose, dove abbiamo fatto solo passaggi molto rapidi, ma sui posti meno noti, come i borghi abbandonati. Perché è dai territori che sembrano dimenticati che nascono le iniziative più belle.
Che tipo di storie avete raccolto?
Abbiamo cercato di raccogliere storie molto diverse tra loro per raccontare il Sud in ogni sua eccellenza. Siamo passati da cooperative sociali come Pietra di Scarto, che si occupa di agricoltura sostenibile, legalità e lotta alla mafia. Abbiamo scoperto i segreti della vera burrata di Andria grazie a un mastro casaro. Abbiamo chiacchierato con dei ragazzi che stanno cercando di ripopolare il centro storico abbandonato di Belmonte Calabro, e abbiamo visitato il Farm Cultural Park di Favara, un vero e proprio miracolo.
Cosa ti porti a casa da questo viaggio?
Tralasciando i 3 kg in più, questo viaggio mi ha cambiato profondamente. Ogni storia, ogni persona che abbiamo incontrato, ci ha aperto il cuore e ci ha donato un pezzo del suo Sud. È come se avessimo raccolto, chilometro dopo chilometro, dei pezzi di un puzzle la cui immagine si è rivelata alla fine del percorso. Cosa c’era in quell’immagine? Lo vedrete presto nella docuserie “Rotolando verso Sud”.