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Smart working, ecco come stanno cambiando le abitudini dei giovani
Smart working: ecco come cambiano le abitudini dei giovani
Data pubblicazione: 23 febbraio 2021
Il semplice lavoro d’ufficio sembra essere giunto al tramonto, un po’ per la trasformazione del mondo che ci circonda, sempre più veloce e dinamico, un po’ per le costrizioni dovute alla pandemia che hanno ridotto al minimo indispensabile il contatto umano.
Studio e Formazione
Se c’è una cosa che stiamo imparando durante questo difficile momento che, quasi protettivamente viene definito new normal, è mettere davanti le esigenze della persona.
Questo è esattamente ciò su cui si basa lo smart working: mettere la persona, con le sue esigenze, al centro. Non importa dove tu sia, l’importante è remare con gli altri verso il medesimo orizzonte, rispettando le scadenze imposte.
Chi ha reagito meglio a questo repentino cambiamento sono i giovani, i millennials, nati a cavallo di un momento storico in cui la rivoluzione tecnologica è di fatto compiuta. I giovani, più abituati a sfruttare le potenzialità dei dispositivi mobili e della rete, prediligono lo smart working perché, se condotto con ragionevolezza, concede flessibilità e maggiore libertà. È attuale il fatto che, dopo averlo provato, in molti desiderano che questa nuova modalità possa essere integrata in via definitiva anche dopo la pandemia.
I vantaggi/svantaggi dello smart working
L’entusiasmo creatosi attorno al lavoro agile è, in primis, legato al senso di comfort. Lavorare nella propria stanza, nel proprio studio o dalla propria veranda, ti tiene a contatto con il tuo nido familiare. A portata di mano hai tutto ciò che serve, senza dover chiedere il permesso a nessuno. I famosi break-time sono più piacevoli, perché li puoi trascorrere con le persone a cui vuoi bene o, comunque, a contatto con ciò che ritieni tuo.
Ma non è tutto oro ciò che luccica, perché lo smart working sta cambiando la nostra concezione di come vivere lo spazio domestico, non più solo un posto dove rifugiarsi, ma un ufficio “differente”.
Sono tanti i giovani che, infatti, nel primo lockdown sono caduti nella trappola della pigrizia o, peggio, del troppo lavoro. Il fatto di essere sempre connessi ha spesso impedito a molti di staccare la spina, lavorando molto di più delle canoniche 8 ore giornaliere. Incapaci di staccarsi dal mondo delle iper-connessioni, i valori di stress hanno raggiunti livelli ingestibili creando il fenomeno conosciuto come burnout.
Educhiamoci allo smart working
Sbagliando s’impara. E, dunque, ecco che si sono diffuse nuove proposte per condurre una vita sana tra le proprie mura domestiche al grido del motto latino: mens sana in corpore sano.
Su tutti, popolarissima tra svariate fasce d’età, è la pratica dello yoga, distensiva e conciliante. Ma non sono rari i giovani che prediligono svegliarsi presto la mattina per concedersi una corsa all’aria aperta prima di immergersi tra call, schermi e lezioni online. Già, perché tra i più attivi ci sono gli studenti di licei e istituti tecnici che, prima di sedersi alla scrivania per rispettare le ore imposte dalla scuola dell’obbligo, preferiscono praticare un po’ di attività fisica, magari con una corsa tra gli spazi verdi urbani o tra la natura incontaminata di periferie e zone di campagne.
Fondamentale è la capacità di organizzare le proprie giornate per scandire con precisione il proprio tempo, segnando anche le pause da fare. Insomma, la cara vecchia agenda non morirà mai. Evitare il 24/24h è la parola d’ordine, e ogni mossa per preparare la settimana lavorativa deve essere fatta mettendo davanti il proprio benessere psicofisico.
A ciò si lega una cucina sana ed equilibrata, che richiede particolare attenzione nel dosaggio delle calorie da assumere quotidianamente. I giovani, già abituati al mondo degli acquisti online, hanno svelato a genitori e nonni una nuova frontiera: il supermercato virtuale. Farsi portare la spesa a casa è il nuovo trend. Per evitare luoghi affollati, ma anche per ottimizzare il tempo, la spesa online è la scelta più economica ed efficiente.
Un nuovo equilibrio
Insomma, più che un new normal, ciò che si cerca è un nuovo equilibrio. Tra i giovani che, per fascia d’età, attraversano il periodo di formazione, lo smart working è un’opportunità e aumenta la produttività. Una ricerca Vodafone Italia, infatti, ha portato alla luce un dato interessante: il 72% degli intervistati tra i 18-24 anni sono favorevoli allo smart working. Anche perché il lavoro agile, al contrario di quanto si creda, non depotenzia il ruolo che si ricopre in azienda/team, ma ne aumenta la responsabilità. È forse questa l’abitudine più interessante da segnalare: la voglia dei giovani di assumersi responsabilità. Dimostrare di raggiungere traguardi e svolgere i compiti assegnati in totale autonomia. Non è più l’era della standardizzazione, ma della differenziazione. Ciò che conta non è il come, ma il fine: riuscire a ottenere il risultato richiesto.