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Non sapevo di essere abilista
Non sapevo di essere abilista
Data pubblicazione: 28 luglio 2021
Dalla discriminazione involontaria al pietismo, dalle barriere architettoniche a quelle verbali. Scopri che cos’è (e come liberartene) nel mese del Disability Pride.
Volontariato e Sociale
“L’abilismo comprende sia le azioni più eclatanti, come impedire l’accesso a determinati luoghi o informazioni a causa di barriere architettoniche e sensoriali, che quelle più sottili e infime, per esempio usare il nome di determinate disabilità per offendere, o usare termini con connotazioni negative per parlarne.”
Luglio è il mese del Disability Pride, istituito nel 1990, dopo una storica legge statunitense che per la prima volta ha proibito le discriminazioni contro le “people with disabilities”, persone con disabilità.
Ma le discriminazioni si compiono in contesti molto ampi, e spesso anche con intenzioni innocenti. Come?
Ti è mai capitato di sentire la parola “abilismo”? Abilismo è una forma di discriminazione, volontaria o involontaria, che la società e gli individui attuano nei confronti delle persone disabili. Come per altre forme di discriminazione, quali il fat shaming e il sessismo, così per l’abilismo, spesso le stesse persone disabili introiettano l’abilismo, e purtroppo usano gli stessi meccanismi con cui vengono discriminate per criticarsi, o per autocompatirsi. È quindi necessario parlare dell'argomento e diffondere consapevolezza sulle sue caratteristiche.
Essendo una forma di discriminazione, anche quando non voluta, l’abilismo è sempre sbagliato. Vuoi qualche esempio pratico?
È abilismo:
prendere in giro una persona dandole del o della disabile, come se esserlo fosse un insulto
rivolgersi a una persona disabile con pietismo, come se la sua disabilità fosse una condizione umanamente inaccettabile
complimentarsi con una persona disabile in modo palesemente eccessivo e falso, come si fa con i bambini
sentirsi in imbarazzo ad avere a che fare con persone disabili, ed evitarne la conoscenza
non assumere una risorsa lavorativa esclusivamente perché è disabile
mantenere le barriere architettoniche negli uffici e nei luoghi pubblici, nei negozi e nei mezzi di trasporto
ovviamente, discriminare apertamente le persone disabili.
È abilismo anche un fenomeno, che si vede spesso nei media, chiamato “Inspiration Porn” dall’attivista e artista Stella Young. Quante volte ti è capitato di vedere o leggere storie sensazionalistiche e strappalacrime che tessono le lodi di persone disabili le quali, semplicemente, vivono la loro normalissima vita? Un ragazzo in carrozzina che va all’università e prende 30 a tutti gli esami può essere di ispirazione per il fatto che sia intelligente e che studi tanto, non perché lo fa “nonostante la sua disabilità”. Questo tipo di storie sono controproducenti per l’integrazione e l’uguaglianza sociale degli individui, e bisogna essere consapevoli che sono di fatto delle micro-aggressioni.
Restando nell’argomento, sono spesso le persone disabili di sesso femminile a subire maggiormente anche molestie e abusi sessuali.
La verità è che l’abilismo è la caratteristica di una società che indica quale sia la norma, e lascia indietro i “corpi non conformi”. Questo però, paradossalmente, segna i limiti della società, e non degli individui che esclude. Ogni volta che mancano rampe di accesso agli uffici pubblici, ogni volta in cui c’è l’esclusione da un posto di lavoro, ogni volta che in un dispositivo non sono disponibili le funzioni di accessibilità per non vedenti o non udenti, o quando manca la passerella all’ingresso di una spiaggia, è la società ad avere dei limiti fisici, non i suoi “soci”.
Contro ogni forma di discriminazione si è sempre battuta e continua a battersi la Ministra Fabiana Dadone. Leggi questo articolo qui.
Così come esistono corpi e sensi non conformi, esistono anche cervelli non conformi. Le persone affette da malattie psichiatriche subiscono lo stigma sociale dell’incapacità, della stupidità o della pazzia. Se già è difficile, per una società abilista, capire dove siano i propri limiti anche quando sono fatti di cemento, figuriamoci comprendere quali siano tutte quelle barriere architettoniche che non si vedono.
La strada per i diritti e l’uguaglianza è ancora lunga, ma deve essere percorsa e costruita insieme, con orgoglio.
Vuoi saperne di più sul tema dell’abilismo e sulla lotta contro le disuguaglianze? Inizia a seguire il lavoro di due giovani attivisti: Sofia Righetti e Iacopo Melio.