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Il digitale aumenta gli stipendi e diminuisce le disuguaglianze
Il digitale aumenta gli stipendi e diminuisce le disuguaglianze
Data pubblicazione: 20 ottobre 2021
Nel mondo del lavoro 4.0 i giovani guadagnano di più, e le disuguaglianze di genere si attenuano con i lavori digitali. Ecco alcuni dati per capire come sta cambiando il mondo dell’occupazione.
Studio e Formazione
Sono sempre più frequenti le storie di giovani che aprono il loro business online o che usano le proprie capacità digitali per riuscire a emergere nel mondo del lavoro. Sui social, durante il lockdown, sono nati molti progetti di giovani ragazze e ragazzi. Creazione di gioielli, scarpe o amanti del gaming: in tanti sono riusciti a trasformare i loro hobby in un lavoro.
Anche questo è uno degli effetti del digitale sul mondo del lavoro, che porta alla nascita di nuove strade e crea possibilità in ogni settore aperto alle innovazioni. I canali social sono una vetrina per gli artigiani e le artigiane 4.0, ma non solo. Sono nate carriere legate alla gestione dei contenuti online e alla creazione di materiali da condividere sulle diverse piattaforme.
Le innovazioni però non si limitano solo al mondo dei social: le nuove tecnologie e la loro gestione, ideazione e l’utilizzo richiedono competenze e professionalità nuove, che in passato non esistevano o che hanno ora necessità di nuova linfa. Lo spazio per giovani donne e uomini di talento quindi aumenta grazie ai lavori digitali, e questa nuova tendenza sta spingendo un cambiamento che le donne attendono da tempo: una equa retribuzione che elimini le differenze di genere.
I giovani 4.0 sono più istruiti
Uno studio dell’Unione degli Industriali di Torino, realizzata con la collaborazione delle imprese di Confindustria del Nord, ha mostrato come il digitale stia cambiando il mondo del lavoro per donne e giovani. I giovani 4.0, con le loro competenze digitali, trovano occupazione nei reparti di marketing e negli uffici per la selezione o la gestione del personale. Gli under 35 di oggi in Italia sono più istruiti rispetto al passato.
L’ISTAT, nel luglio 2020 ha pubblicato uno studio sul livello di istruzione e occupazione tra la popolazione. Da questa ricerca è emerso che più di 3/4 dei giovani con meno di 35 anni hanno terminato gli studi superiori. Per rendere l’idea, nelle persone tra i 55 e i 65 anni la media è del 50%.
Il lavoro digitale sta portando un aumento dell’occupazione dei giovani e anche le retribuzioni risultano essere più alte rispetto ai salari dei lavoratori e delle lavoratrici meno specializzati.
La ricerca dell’Unione degli Industriali di Torino ha dimostrato come tra 60.000 dipendenti di 800 imprese, i giovani 4.0 abbiano stipendi più alti degli altri lavoratori. Tra i lavoratori e le lavoratrici con meno di 35 anni, inoltre, i guadagni annuali all’ingresso in azienda arrivano a 32.000 euro, mentre per gli impiegati con un’età superiore il reddito medio è di 30.000 euro. Lo stipendio è più elevato soprattutto per coloro che hanno conseguito una laurea in ambito scientifico. La differenza però non riguarda solo i posti di lavoro in ufficio: anche tra gli operai si può notare una differenza di salario. Gli operai e le operaie non specializzati hanno dichiarato di guadagnare intorno ai 24.000 euro l’anno. Per chi invece ha una qualifica, lo stipendio arriva a 30.000 euro.
Le nuove tendenze del mondo del lavoro devono trovare maggiore appoggio nella formazione e nell’istruzione scolastica. Una ricerca realizzata dalla Fondazione Sodalitas e da Randstad Italia ha intervistato più di 2.100 giovani donne e uomini con meno di 35 anni. Tra gli studenti e le studentesse è diffusa l’idea che la scuola non abbia a disposizione gli strumenti per dare loro la giusta preparazione digitale. Il 57,2% degli intervistati ha risposto che le competenze digitali necessarie si apprendono direttamente al lavoro o da autodidatta.
Divario tra uomini e donne, la strada è ancora lunga
Se il lavoro digitale sta apportando dei miglioramenti nel mondo del lavoro per giovani e donne, la disuguaglianza di genere è ancora un problema nel nostro Paese. Proprio sul tema del lavoro e di come la digitalizzazione possa aiutare l’Italia a superare il Gender Gap si è concentrato il quinto studio sul Gender Equality Index (GEI).
Il GEI (Indice sull’uguaglianza di genere) è un indicatore creato dall’EIGE (European Institute for Gender Equality) che cerca di misurare i progressi dell’uguaglianza di genere in tutta Europa. Il punteggio può andare da 1 a 100, andando dalla massima disparità (1) alla completa equità (100). I Paesi in cui sono stati raggiunti i livelli di uguaglianza maggiore sono la Svezia, che ha un GEI quasi di 84 punti, e la Finlandia (77,4). L’Italia ha raggiunto negli anni un indice del 63,5, ed è 14esima in UE per livello di uguaglianza tra uomini e donne.
Lo studio GEI tiene in considerazione i progressi effettuati negli ultimi 10 anni, dal 2010 al 2020. In un decennio le condizioni della donna in Italia sono migliorate, il punteggio GEI è salito di 10 punti e il Paese ha guadagnato 10 posizioni. L’indicatore valuta più settori: per quanto riguarda la salute, il GEI italiano è molto alto (arriva a 88,4 punti) e anche l’area che monitora le condizioni economiche raggiunge i 79 punti. Questi risultati possono sembrare positivi, ma nel confronto con i 10 anni precedenti sono rimasti quasi invariati. Il punteggio GEI per il lavoro non supera i 63,3 punti e le disuguaglianze di genere sono molto elevate per quello che riguarda le decisioni di potere e anche il livello di accesso all’istruzione. C’è quindi ancora molto da fare per poter affermare che il digitale sta portando un miglioramento riguardo le disuguaglianze di genere.