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25 aprile: ricordo e celebrazione
25 aprile: ricordo e celebrazione
Data pubblicazione: 25 aprile 2022
Siamo a ridosso della Festa della Liberazione e, come ogni anno, ci apprestiamo a celebrare l’anniversario della Resistenza e il valore dei partigiani che hanno contribuito alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo il 25 aprile 1945. Ma quali sono i significati profondi di questa ricorrenza? Scopri perché è importante continuare a ricordarla, soprattutto in tempi di guerra.
Studio e Formazione - Eventi
Il 25 aprile non è soltanto la Festa della Liberazione. Non significa soltanto festeggiare la Resistenza dei partigiani che hanno liberato l’Italia, spesso a costo della vita.
È soprattutto un momento da dedicare alla riflessione, al ricordo di fatti che possono sembrare a noi lontani ma che, in realtà, sono molto più vicini di quanto possiamo percepire.
Ecco perché conoscere la storia non è un puro esercizio di memoria. È l’unica cosa che può salvare le nuove generazioni dal ripetere gli stessi errori del passato, e costruire un futuro migliore.
Una festa per ricordare
Il 25 aprile di 77 anni fa iniziò la ritirata da parte delle truppe naziste e fasciste da Torino e Milano, in seguito all’arrivo dei partigiani in queste due città, e all’insurrezione della popolazione locale.
Quel momento annunciò per il Paese l’inizio della fine della Seconda Guerra Mondiale, che venne ufficializzata il 29 aprile dello stesso anno con la firma della Resa di Caserta.
Fu, però, soltanto dal 1946 che questa data divenne “festa nazionale”, grazie a un decreto di Alcide De Gasperi, che in quel periodo guidava provvisoriamente il Governo italiano.
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero – perché lì è nata la nostra costituzione.”
Ogni anno continuiamo a festeggiare questa ricorrenza, simbolo della liberazione dalla dittatura, di una resistenza civile che ha posto le basi per la libertà di ognuno di noi.
“Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l’appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vogliono due qualità a mio avviso, cari amici: l’onestà e il coraggio.”
Con queste parole, Sandro Pertini, Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, vuole spronare i giovani a difendere la democrazia. Il ruolo dei giovani, in questo senso, è cruciale.
Sono le nuove generazioni a dover riprendere in mano il proprio futuro, con grande responsabilità. Oggi in tutto il mondo, ragazze e ragazzi chiedono a gran voce il rispetto dei diritti umani, la parità di genere, un’istruzione di qualità, la fine della fame nel mondo e dei conflitti internazionali, per un pianeta felice.
Questi obiettivi e tanti altri fanno parte dell’Agenda ONU 2030. Un appuntamento con il futuro a cui non puoi mancare! Scopri di più sui 17 obiettivi globali di sviluppo sostenibile.
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