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Agenda 2030: città inclusive, sostenibili e sicure
Agenda 2030: città inclusive, sostenibili e sicure
Data pubblicazione: 20 dicembre 2021
Per promuovere una crescita duratura e sostenibile, l’undicesimo obiettivo da raggiungere dell’Agenda 2030 dell’ONU impone di ripensare le città in cui vivi. Scopri su cosa devono lavorare i Paesi per realizzare questa missione.
Eventi
Le città del 2030
Inquinamento, trasporti pubblici, stato delle abitazioni, sono alcuni dei punti su cui si concentra l’obiettivo numero 11 dell’Agenda ONU 2030 per l’umanità. Rendere le città più sicure e farle progredire in modo sostenibile e inclusivo è una delle missioni per garantire un futuro migliore al Pianeta e alle persone.
Oggi, metà della popolazione del mondo, e più dei ¾ di chi vive in Europa, abita in aree urbane. Secondo le stime più recenti, entro il 2030 cinque miliardi di persone vivranno nelle città. Appare quindi evidente quanto sia importante riuscire a modificare le città per poter raggiungere anche gli altri obiettivi dell’Agenda.
Durante la pandemia, le città in cui viviamo hanno mostrato in modo inequivocabile le profonde disparità che costituiscono il tessuto urbano, sia in termini di servizi che per quanto riguarda le condizioni di vita delle persone. La crisi legata al Covid 19 ha contribuito ad aumentare la povertà anche nei Paesi occidentali, e sono cresciuti gli abitanti delle periferie più disagiate o delle baraccopoli.
Per rispondere alle necessità individuate dall’Agenda 2030, le nuove città dovrebbero essere ripensate soprattutto per diminuire il ricorso alle auto come mezzi di trasporto; quindi sarà necessario potenziare i percorsi di tram, autobus, metropolitane, ma anche delle piste ciclabili e pedonali.
Come potrebbero essere le città del futuro?
Sono tante le teorie su come rendere più sostenibili i centri urbani: c’è chi punta sulle smart city futuristiche e chi si orienta sul ripensare a dei quartieri “micro-mondi”. Un concetto molto affascinante è quello proposto dal professore Carlos Moreno, docente di Umanistica della Sorbona, che ha immaginato le “città dei 15 minuti”. In questi centri tutto, dall’assistenza sanitaria ai luoghi di cultura, dai negozi alle scuole, deve essere raggiungibile al massimo in 15 minuti a piedi o in bicicletta.
Le nuove città devono anche essere ripensate per essere più verdi, e secondo le raccomandazioni del programma UN-Habitat gli spazi pubblici dovrebbero raggiungere almeno il 40-45% tra strade e aree di comunità. Nel 2020 invece, in oltre 911 città di 114 Paesi, la media si aggira intorno al 16%. Una svolta è necessaria, poiché le città occupano solo il 3% della superficie globale ma sono al momento responsabili del 75% delle emissioni e consumano tra il 60% e l’80% dell’energia prodotta.
In Italia, il rapporto ISTAT sul Goal 11 dell’Agenda 2030 fotografa una situazione su cui intervenire con urgenza. La ricerca ha mostrato come i livelli di inquinamento nelle città del Paese restino alti, e quasi ¼ della popolazione viva in condizioni ritenute non soddisfacenti. I motivi sono diversi: ci sono casi in cui le abitazioni sono malridotte per problemi di muffa o carenze strutturali e situazioni in cui le difficoltà nascono dalla mancanza di collegamenti o da mezzi pubblici inefficienti che costringono le persone a usare auto o trasporti privati.
Se non altro, in questi anni nelle città italiane sono diminuiti i rifiuti conferiti in discarica, e i centri cittadini si stanno impegnando ad aumentare le quote di scarti differenziati per ridurre l’impatto sull’ambiente.
Secondo gli esperti ONU, la maggiore concentrazione delle persone nelle città potrebbe essere una spinta a trovare nuove soluzioni tecnologiche volte a ridurre il consumo di risorse.
I traguardi dell’obiettivo 11
Per riuscire a realizzare l’obiettivo numero 11 dell’Agenda 2030, gli Stati devono completare le seguenti missioni:
garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti
riqualificare i quartieri poveri
creare un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade
migliorare la pianificazione e la gestione dello sviluppo delle città e dei centri
potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale
proteggere le persone dalle calamità naturali provocate dal cambiamento climatico e ridurre le morti e le perdite economiche legate ai disastri naturali
ridurre l’impatto sull’ambiente delle città, in particolare migliorando la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti
garantire accesso universale a spazi verdi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne, bambini, anziani e disabili
rafforzare la pianificazione per creare economie circolari e per supportare le ricadute economiche, sociali e ambientali che si generano nella collaborazione tra aree urbane, periferie e campagne
ridurre il rischio di disastri ambientali con piani d’azione
supportare i Paesi meno sviluppati, anche con assistenza tecnica e finanziaria, nel costruire edifici sostenibili e resilienti utilizzando materiali locali.
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