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Alfieri della Repubblica 2021: giovani mosse per vincere la pandemia
Alfieri della Repubblica 2021: giovani mosse per vincere la pandemia
Data pubblicazione: 03 dicembre 2021
Trenta giovani che durante la pandemia si sono impegnati per le loro comunità, i loro amici e le persone dei loro quartieri. Ecco le storie dei ragazzi e della ragazze premiati dal Presidente della Repubblica.
Volontariato e Sociale
Consapevoli, attenti all’ambiente e altruisti
Aiutare amici e amiche a studiare durante il periodo della DAD, impegnarsi per sensibilizzare le persone a tutelare l’ambiente o trovare forza e positività nonostante una malattia: sono solo alcuni dei motivi per i quali sono stati premiati i 30 giovani Alfieri della Repubblica 2021.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito questi riconoscimenti speciali a giovani ragazzi e ragazze che nel periodo della pandemia hanno saputo utilizzare in modo virtuoso e altruistico gli strumenti digitali.
Le storie di queste persone sono molto diverse tra loro, ma sono accomunate da un senso di speranza e di unione all’interno delle comunità in cui i giovani protagonisti le hanno realizzate.
Uno spirito green che guarda al futuro
Il più giovane tra gli Alfieri è Gennaro Dragone, ha appena 11 anni ed è di San Giovanni a Tenduccio, in provincia di Napoli. In questa occasione è stato premiato il suo impegno per realizzare il progetto della Fondazione Famiglia di Maria e di Legambiente per la prima comunità energetica e solidale del Centro Sud. Gennaro e gli altri volontari sono riusciti a installare sul tetto della sede della Fondazione un impianto solare che darà energia alle abitazioni di quaranta famiglie del quartiere.
Ha ricevuto il premio per il suo impegno verso i temi ambientali anche Alessio Cozzolino, da Terralba (Oristano).
Volontari della DAD
I “fratelli della solidarietà”, così sono stati definiti, sono Matteo e Simone Mrissa. Vivono a Pianezza, in provincia di Torino, e con l’associazione Civess (Corpo italiano volontari emergenze soccorso e solidarietà) sono stati molto attivi nella distribuzione di mascherine e alimenti alle famiglie più in difficoltà o costrette in quarantena. Tra gli impegni dei Mrissa c’è stato anche il servizio “pedibus”: i due ragazzi hanno accompagnato i più piccoli alle scuole del quartiere a piedi.
Un’altra storia di solidarietà reciproca e senso di responsabilità è quella di Daniele De Angelis, 14 anni, di Marano (Napoli). Il ragazzo ha aiutato i suoi cuginetti a seguire le lezioni in DAD e a fare i compiti mentre gli zii erano impegnati come infermieri in un reparto Covid. Anche Esmeralda Serranò di Rovato, nel bresciano, e Alessio Manfredi Selvaggi, di Campobasso, hanno usato il loro tempo e le loro competenze per aiutare chi era in difficoltà nel seguire le lezioni a distanza.
Tra gli Alfieri premiati per il loro impegno come volontari in questi mesi di pandemia ci sono anche Andrea Centonze di Lecce, Rebecca Lucchesi di Bagni di Lucca, Michelangelo Melchiorri di Macerata e Pamela Di Carlo di Savona.
Prenotazioni vaccini 4.0
Ognuno ha trovato il suo modo di contribuire, ed è curioso come spesso, in diverse parti d’Italia, tra i giovani siano nate le stesse iniziative. È stato il caso di Francesco Tortora di Roccapiemonte, in provincia di Salerno, e di Lorenzo Cerutti, 18enne di Milano. Entrambi questi ragazzi hanno aiutato gli anziani a gestire le prenotazioni per i vaccini, a scaricare il green pass e a restare in contatto con i propri cari con smartphone e pc.
Mettersi al servizio dei più fragili o aiutare chi si è trovato più in difficoltà: questo è uno dei trait d’union delle storie di chi è stato premiato da Mattarella. Spesso i piccoli gesti hanno fatto la differenza, come quelli di Giovanni Buttafava (di Gossolengo) e Tommaso Capuano (di Cambiago), che hanno deciso di offrirsi per consegnare le medicine o beni di prima necessità a chi non aveva la possibilità di comprarli.
C’è chi, come Giulia Galieti di Roma, ha deciso di metterci la faccia e lanciare una campagna online per sensibilizzare i giovani sulle vaccinazioni.
La malattia non li ha fermati
A volte le capacità nascoste si scoprono in momenti difficili, e nasce in noi la voglia di condividere con gli altri le esperienze. Andrea Pigato, altro giovane Alfiere 2021, ha trovato il suo talento per la giocoleria mentre imparava a gestire il diabete che gli è stato diagnosticato all’età di otto anni. La sua determinazione lo ha portato, nel 2020, a entrare nel Guinnes World Record come “The most juggling catches in one minute with three basketballs” (Le prese più giocose in un minuto con tre palloni da basket). Andrea fa parte dell’Associazione giovani diabetici e tiene corsi di giocoleria per ragazzi e ragazze con disabilità.
Un altro esempio di perseveranza, e di come la passione per lo sport aiuti a reagire alle difficoltà, è quella di Giorgia Greco. La giovane vive nel quartiere Niguarda di Milano e ha scoperto l’amore per la ginnastica ritmica a cinque anni. Nel 2017, quando ha compiuto sette anni, le viene diagnosticato un osteosarcoma, e i medici sono costretti ad amputarle la gamba destra. Giorgia decide comunque di tornare in palestra, si allena e torna a ballare, arrivando tra i finalisti del programma Italia's got talent 2021 grazie a un esercizio di ginnastica ritmica con il cerchio.
“Per la forza mostrata nel reagire alle avversità di una malattia rara, conseguendo la maturità nonostante i molti impedimenti e trasmettendo, con la sua passione, fiducia e speranza tra gli amici e i compagni di classe.”
Questa è la motivazione con cui è stata premiata Maria Ester Contrera di Palermo, affetta da una malattia che la costringe a lunghi ricoveri in ospedale. Durante gli anni del liceo, ha potuto frequentare meno della metà delle ore di lezione in classe. Nonostante questo, è riuscita a diplomarsi e iscriversi all’università.
La creatività come strumento per ripartire
La creatività è un’altra arma potente nelle mani dei giovani. Lo ha dimostrato Federica Mauro. Il disegno è, per Federica, uno strumento per superare la sua forma di autismo, e la giovane aretina, grazie al suo talento, è riuscita a vincere un concorso internazionale: una sua opera è stata scelta come nuova locandina per il concorso indetto dalla Dante Society di Londra “Dante 700”, e sarà anche sulla copertina del volume “Dante Italiano” dell’Accademia della Crusca.
Tra gli alfieri c’è chi ha espresso la sua forza e la sua voglia di fare qualcosa per gli altri con la scrittura, come Aurora Vannucci (Parma) e Chiara Vecchi (Monteveglio, provincia di Bologna). Per Silvia Pomella, il racconto è stato un modo per combattere la depressione e per aiutare altre persone a non lasciarsi sconfiggere da questa condizione opprimente.
Un amico è un tesoro
Anche l’amicizia è stato un valore premiato con i nuovi riconoscimenti conferiti dal Capo dello Stato. Tra le storie più significative c’è quella di Francesco D'Antonangelo e di Davide Pietricola di Latina. Francesco si è impegnato perché Davide, suo compagno con disabilità comunicative, diventasse il suo vice nel giornalino della scuola. Oppure quella di Benedetta Petrongari, proveniente da un paesino in provincia di Rieti. La ragazza, con generosità, pazienza e affetto, è riuscita a spezzare l’isolamento in cui viveva Gabriele, suo coetaneo autistico.
A volte, un amico è veramente inestimabile, come nel caso del genovese Luca Ragosa, che ha salvato un compagno dal suicidio.
Gli Alfieri dell’integrazione
Non potevano poi mancare i premi per coloro che hanno saputo aiutare gli altri e contribuire all’integrazione. Betsalot Dereje Negatu vive a Bari ed è di origine etiope, e ha deciso di condividere la sua borsa di studio con Ididdia, la sua migliore amica - anche lei etiope.
Aya Jedidi è stata premiata per avere aiutato una nuova compagna di classe marocchina a comunicare con gli altri e a imparare l’italiano.
Ci sono poi due storie di giovani che hanno vissuto in comunità fino alla maggiore età (vengono chiamati care leavers), e che poi hanno deciso di prendersi cura dei giovani. È il caso della salernitana Miriam El Ouazani, diventata operatrice specializzata in affido, e di Pamela Di Carlo, di Savona, che dopo la sua esperienza è diventata volontaria nel Care Leavers network.
Questi ragazzi e queste ragazze dimostrano dove possono condurti l’impegno e la passione, sia come singolo che come comunità. E ciò va sempre riconosciuto e premiato.
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