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I giovani in azione
I giovani in azione
Data pubblicazione: 19 gennaio 2022
In questi mesi l’UNESCO ha creato un gruppo di giovani ricercatori (Youth as Researchers) che ha studiato gli effetti della pandemia sul mondo di ragazzi e ragazze. Il 24 gennaio i risultati di questo studio YAR saranno discussi con Capi di Stato e Ministri per creare un programmi di intervento dei giovani per i giovani.
Eventi
Il Covid-19 e la vita dei giovani
La salute mentale e l’istruzione dei giovani stanno subendo pesanti conseguenze negative a causa della pandemia. Le misure necessarie al contenimento dei contagi hanno limitato grandemente le libertà di ragazzi e ragazze. Save the Children, nel suo rapporto Build forward better, ha lanciato un importante allarme: “Prima della pandemia erano 258 milioni i bambini e i ragazzi senza accesso all’istruzione, mentre oggi sono almeno 10-16 milioni in più. Le conseguenze economiche del Covid-19 pesano sulle famiglie e su tanti minori, che sono costretti a lasciare le classi per lavorare o per contrarre matrimoni precoci”.
I ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 19 anni stanno inoltre manifestando un forte bisogno di supporto psicologico: un sondaggio condotto dall’Unicef ha mostrato come un adolescente su tre (tra gli intervistati) vorrebbe un aiuto professionale.
L’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza ha evidenziato come in tanti Paesi - Spagna, Portogallo e Svezia, per esempio - i giovani abbiano sviluppato ansie e frustrazioni legate allo stress e alla paura, sia per il Covid-19 che per le conseguenze economiche che la crisi ha provocato alle loro famiglie.
Tutte le ricerche condotte in questi anni di pandemia hanno mostrato una crescita del disagio giovanile. Ragazzi e ragazze hanno sviluppato un forte disinteresse per le attività quotidiane e sono aumentati i casi di autolesionismo e depressione. In Italia, secondo i dati del Centro di ascolto del Telefono Azzurro, le richieste di aiuto per problemi legati alla salute mentale sono cresciute del 21% tra maggio 2020 e lo stesso periodo del 2021.
Il disagio dei più giovani si è manifestato anche con un aumento dei casi di disturbi alimentari: stando alle ricerche dell’Osservatorio epidemiologico del Ministero della Salute, i problemi di questo tipo sono aumentati del 30% nel primo anno di pandemia.
Non più spettatori, ma attori
Per dare voce ai più giovani e per capire quale sia l’impatto del Covid-19 sulle nuove generazioni, l’UNESCo ha creato un progetto di ricerca che coinvolge direttamente le persone tra i 18 e i 35 anni. L’iniziativa si chiama Youth as Researchers (YAR), e parte dall’idea che siano gli stessi giovani a strutturare lo studio che indaga sugli effetti della pandemia sulla loro generazione.
Il primo appuntamento di confronto tra i ricercatori, lo YAR Knowledge Sharing Meeting, si è tenuto dal 5 al 7 ottobre 2021. Per il 24 gennaio è stato organizzato un nuovo incontro: una conferenza che metterà a confronto i giovani YAR con capi di Stato, ministri e professionisti chiamati a prendere decisioni sulla gestione della pandemia.
La conferenza sarà un momento di scambio reciproco e costituirà un evento innovativo per tentare di trovare nuove strategie politiche che partano dal basso. L’evento è stato organizzato a Parigi, ma gli incontri si svolgeranno online.
L’obiettivo delle conferenze YAR è riuscire a stilare un programma di impegni per affrontare al meglio la crisi, adottando anche le soluzioni suggerite dai giovani.
I giovani in azione
Le proposte presentate dai 34 gruppi di ricerca YAR sono state elaborate negli scorsi 16 mesi. In questo periodo, le equipe hanno lavorato, coordinate da ricercatori e ricercatrici più esperti, su cinque macro temi:
benessere
apprendimento
uso della tecnologia
diritti umani
azioni dei giovani.
Al termine dei lavori, l'UNESCO si è impegnata a creare un programma di aiuti globali che promuoveranno, rafforzeranno e accresceranno le iniziative condotte dai giovani per la ripresa dalla pandemia.
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