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Serve l’impegno di tutti per realizzare l’Agenda 2030
Serve l’impegno di tutti per realizzare l’Agenda 2030
Data pubblicazione: 07 febbraio 2022
L’ultimo obiettivo dell’Agenda 2030 dell’ONU è promuovere una partnership attiva, egualitaria e cooperativa tra tutti gli Stati. Questo è l’unico modo per poter realizzare tutti i punti del programma e creare un futuro sostenibile. Scopri qual è la diciassettesima missione dell’umanità.
Eventi
Lavorare insieme per un futuro sostenibile
Nessun Paese è in grado da solo di portare a compimento tutti gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, e nessuno può costruire un futuro più sostenibile ed equo senza una collaborazione attiva tra le nazioni. Ecco perché l’ultimo punto all’ordine del giorno di questo programma per l’umanità è dedicato alla partnership sugli obiettivi.
Rafforzare i mezzi di cooperazione internazionale, infatti, è l’unico reale strumento che potrà portare a realizzare questo progetto globale. Tutti i Paesi, quelli in via di sviluppo come quelli più ricchi, devono essere parte attiva del cambiamento. Le missioni per realizzare gli altri sedici obiettivi sottolineano l’importantanza di uno scambio reciproco, non solo economico, ma anche in termini di conoscenza, opportunità, strumenti e infrastrutture. Il rapporto tra i Paesi deve diventare più equo e solidale, così come il commercio.
Nord e Sud alla stessa velocità
Questo obiettivo, in sintesi, è il riuscire a ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo. Per realizzarlo, è necessario rafforzare la partnership globale per lo sviluppo sostenibile e incrementare gli aiuti che i 35 Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico riescono a garantire ai Paesi più in difficoltà.
Il Covid-19 ha rallentato i progetti dell’Agenda 2030, e sta provocando un nuovo aumento delle differenze sociali, economiche e di opportunità tra Paesi, regioni e singoli individui.
Le difficoltà finanziarie e sociali che la pandemia ha generato o accentuato hanno spinto diversi Paesi a concentrare gli sforzi economici per risanare la propria situazione interna riducendo così gli aiuti internazionali.
Secondo i dati forniti dalla Banca Mondiale, tra gli Stati più sviluppati soltanto sei hanno raggiunto o superato la percentuale dello 0,7% di finanziamenti e sussidi pubblici per lo sviluppo rispetto al reddito nazionale lordo (RNL).
Nel 2019, gli Stati hanno investito in progetti di cooperazione internazionale oltre 147 miliardi di dollari, per lo più destinati ai Paesi in via di sviluppo o sotto la soglia di povertà. In Italia, i fondi per queste donazioni sono chiamati Cps: finanziamenti per la Cooperazione Pubblica allo Sviluppo, e sono regolati dalla legge 125/2014. In pratica, il Paese stila un documento triennale di programmazione in cui indica la visione strategica, gli obiettivi di azione e i criteri di intervento dei suoi progetti di sostegno globale.
L’Unione Europea nel suo insieme ha donato quasi il 45% del totale dei fondi destinati agli aiuti pubblici per lo sviluppo, ma non tutti i Paesi hanno contribuito in egual modo. La Germania ha donato 28,4 miliardi di dollari nel 2020, il Regno Unito è arrivato a 18,6 miliardi di dollari. L’Agenda ONU 2030 punta a portare le donazioni di tutti i Paesi a raggiungere almeno lo 0,7% del reddito nazionale lordo. L’Italia al momento ha destinato agli aiuti pubblici per lo sviluppo solo lo 0,22% del suo RNL.
Rimbocchiamoci le maniche
Per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile è necessario pensare a investimenti a lungo termine, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, e tutti devono fare il massimo per contribuire. Ecco quali sono i traguardi per raggiungere il diciassettesimo obiettivo dell’Agenda 2030:
Finanza
rafforzare le risorse interne
migliorare la capacità di tasse e la gestione delle entrate
maggior impegno da parte dei Paesi industrializzati nei piani di aiuto allo sviluppo
recuperare ulteriori risorse economiche per i Paesi in via di sviluppo
aiutare i Paesi in via di sviluppo a sostenere il debito a lungo termine attraverso politiche che stimolino il finanziamento, la riduzione e la ristrutturazione del debito
ridurre il peso dei debiti dei Paesi più poveri
adottare regimi di promozione degli investimenti per i Paesi meno sviluppati.
Tecnologia
ridurre il digital divide
rafforzare la cooperazione Nord-Sud, Sud-Sud, la cooperazione triangolare regionale e internazionale
garantire un accesso più ampio ed equo alle scoperte scientifiche, alla tecnologia e alle innovazioni
migliorare la condivisione delle conoscenza scientifiche e tecniche
promuovere nei Paesi in via di sviluppo la crescita, lo scambio e la diffusione di tecnologie sostenibili.
Commercio
promuovere scambi universali, senza discriminazioni e su mercati regolamentati e aperti
aumentare le esportazioni dei Paesi emergenti
realizzare per i Paesi meno sviluppati un accesso al mercato libero da dazi, assicurando regolamenti semplici e trasparenti per le contrattazioni.
Questioni sistemiche
promuovere la stabilità macro-economica globale
accrescere la coerenza politica per lo sviluppo sostenibile
rispettare lo sovranità di ogni Paese e istituire politiche per la lotta alla povertà e per lo sviluppo sostenibile
introdurre o aumentare i programmi di collaborazioni multilaterale
intensificare la partnership globale per lo sviluppo sostenibile
incoraggiare e promuovere collaborazioni efficaci nel settore pubblico, tra pubblico e privato e nella società civile
rendere disponibili maggiori quantità di dati sui contesti nazionali per poter monitorare e mappare gli sviluppi e le necessità dei territori.
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