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Ti mostro la mia sofferenza, per alimentare la consapevolezza
Ti mostro la mia sofferenza, per alimentare la consapevolezza
Data pubblicazione: 15 ottobre 2021
Cento fotografie con le quali Alessandra, Alessia, Anna, Emanuela, Emanuele, Federica, Giulia, Silvia, Sofia e Teresa ti raccontano cosa sono i disturbi alimentari. La mostra, dal titolo “Fino a farmi scomparire”, è al PAC di Milano fino al 24 ottobre.
Volontariato e Sociale - Eventi
Tre milioni di giovani soffrono di anoressia, binge eating, bulimia
I racconti di ragazzi e ragazze che soffrono di disturbi alimentari (DCA) spesso contengono immagini simili: distruzione di se stessi, allontanamento degli affetti e dolore, annientamento di sé. Le ragioni per cui si arriva ad avere un rapporto conflittuale con il proprio corpo e con il cibo sono diverse. Sta diventando però più comune vedere film, serie e giovani che parlano dei DCA sui social.
I DCA colpiscono individui di ogni cultura ed estrazione sociale, ma nel 95% sono le persone di sesso femminile a soffrirne. L’età non è un fattore discriminante: questi disturbi colpiscono sia adulti che giovani. La stima più recente ha calcolato che in Italia sono tre milioni i giovani che soffrono di un disturbo alimentare, e i dati sulla mortalità per queste patologie sono preoccupanti: le morti peranoressia nervosa si aggirano intorno al 6%, per bulimia si avvicinano al 2%, così come per altri disturbi dell’alimentazione come il binge eating.
Con il Covid casi in aumento
La pandemia ha visto crescere il numero di casi segnalati e la segretaria nazionaledell’associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica, Carmela Bagnato, ha spiegato che “I disturbi alimentari sono determinati da diverse concause di natura biologica, psicologica, sociale, sui quali agiscono altri fattori scatenanti, come situazioni particolari di stress. Il lockdown ha favorito soprattutto nei giovani l’instaurarsi di alcuni di questi fattori quali l’isolamento sociale, le incognite sul rientro a scuola, i dispositivi e le regole di prevenzione, il distanziamento forzato dai loro coetanei, la paura del contagio che si associa spesso alla sensazione di non avere il controllo della situazione”.
Il racconto dei DCA fatto dai giovani
Al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano (PAC) è in corso la mostra “Fino a farmi scomparire”, un’iniziativa organizzata dall’associazione di volontariato Ri-scatti Onlus insieme al gruppo di volontari di Erika, con il patrocinio del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Comune di Milano, con la collaborazione dell’Ospedale Niguarda e il sostegno di Tod’s.
Al centro dell’iniziativa ci sono le storie di persone che hanno deciso di raccontare la loro esperienza e i loro DCA. L’obiettivo delle opere presentate è di andare al di là di quello che è stato per molto tempo il concetto di bellezza e perfezione associato alla magrezza dei corpi. Nelle sale troverai 100 fotografie che ti mostreranno i sentimenti, le paure e le lotte affrontate da Alessandra, Alessia, Anna, Emanuela, Emanuele, Federica, Giulia, Silvia, Sofia e Teresa. Sono le stesse persone che, dopo un corso di tre mesi e sotto la guida di Amedeo Novelli (tra i fondatori di Ri-scatti), hanno raccontato le loro esperienze.
L’evento prevede anche una performance realizzata dai ragazzi e dalle ragazze del laboratorio teatrale curato dall’ASL Roma 1 e dall’Associazione La Fenice.
Se vuoi approfondire questo tema, puoi scaricare il documento informativo Guardare oltre lo specchio realizzato dal Centro specialistico INFES.
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