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Agenda 2030: come ridurre la disuguaglianza economica
Agenda 2030: come ridurre la disuguaglianza economica
Data pubblicazione: 09 dicembre 2021
Per promuovere una crescita duratura e sostenibile, il decimo obiettivo che l’umanità dovrà raggiungere, secondo l’Agenda 2030 dell’ONU, è contrastare l’ineguaglianza economica tra persone e nazioni. Scopri su cosa devono lavorare i Paesi per realizzare questa missione.
Eventi
Come si può raggiungere uno sviluppo più sostenibile per il pianeta riducendo le disuguaglianze tra le persone? Questa domanda ha portato alla creazione dell’Agenda ONU 2030 con i 17 obiettivi per l’umanità. Tra i traguardi fissati ci sono una maggiore inclusività, una riduzione delle disparità sociali e di genere, l’assicurare istruzione di qualità a tutti e una distribuzione più equa delle risorse.
Nel mondo, l’1% più ricco della popolazione mondiale detiene maggiore ricchezza del restante 99%. (fonte OXfam)
Le disparità non sono aumentate solo tra Paesi ricchi e poveri, perché anche all’interno delle stesse nazioni sono cresciute le ineguaglianze.
In circa vent’anni, tra il 1990 e il 2010, l’ONU ha stimato che nei Paesi in via di sviluppo le disuguaglianze abbiano visto un incremento dell’11%. L’obiettivo 10 dell’Agenda delle Nazioni Uniti vuole ridurre le disparità di reddito, e quindi di opportunità, tra i Paesi e all’interno delle nazioni. Per raggiungere questo scopo, è necessario agire su più fronti: promuovere l’inclusione economica, sociale e politica.
Ridurre le disuguaglianze
L’IPSOS ha condotto, con il Policy Institute del Kings College di Londra, un sondaggio in 28 Paesi, indagando sulle diverse tipologie di disuguaglianza. Dai dati raccolti dalla ricerca, il 60% delle persone crede che le disparità economiche siano tra le più gravi forme di ineguaglianza tra gli individui. In Italia, più della metà degli individui intervistati (56%) ha individuato la distribuzione iniqua di risorse e reddito come una delle più importanti disuguaglianze sociali del Paese.
La ricerca Causes and Consequences of Income Inequality: A Global Perspective, dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e del Fondo Monetario Internazionale, ha dimostrato come in Europa le disuguaglianze sociali, di istruzione e reddito abbiano provocato una perdita di crescita economica pari almeno al 5% fino al 2015.
Per affrontare in modo efficace questa situazione e poter intervenire con una soluzione duratura, è necessario agire su più fronti: la disparità di reddito va infatti affrontata anche riducendo le disuguaglianze di accesso alle opportunità di sviluppo sociale e degli individui. Un bambino o una bambina che nasce in un Paese povero e che fa parte della porzione di popolazione più svantaggiata ha il triplo di possibilità di morire prima dei cinque anni rispetto ai suoi coetanei ricchi.
La disparità economica non è una condizione inevitabile, e l’ONU ha individuato un piano d’azione per poter intervenire su questa situazione.
I traguardi dell’obiettivo 10
Si può raggiungere l’obiettivo numero 10 dell’Agenda 2030 realizzando queste missioni:
far crescere del 40% il reddito della popolazione più povera dei Paesi e fare in modo che questo aumento sia superiore rispetto all’aumento dei redditi medi nazionali
potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, senza distinzioni di genere, razza, età, religione o status
intervenire con leggi e politiche che eliminino le discriminazioni e che assicurino pari opportunità a tutti
proteggere i lavoratori e adottare politiche che garantiscano lavori dignitosi e salari equi
migliorare le regole dei mercati finanziari globali e i sistemi di monitoraggio
assicurare una migliore rappresentanza ai Paesi in via di sviluppo nelle sedi che prendono decisioni sulla crescita economica e finanziaria globale
intervenire sulle migrazioni per pianificare e gestire meglio questi fenomeni e garantire che siano più sicuri per le persone
adottare misure speciali per i Paesi in via di sviluppo
incoraggiare l’aiuto pubblico allo sviluppo e gli investimenti diretti e indiretti per gli Stati più bisognosi
ridurre a meno del 3% le commissioni applicate alle rimesse dei migranti.
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