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I canali del revenge porn in Italia
I canali del revenge porn in Italia
Data pubblicazione: 07 gennaio 2022
Foto e video che viaggiano su gruppi Telegram, siti a pagamento e canali privati sui social. Se vedi materiali frutto di revenge porn denuncia subito, e se sei vittima di questo reato, ecco cosa puoi fare.
Cosa provoca il revenge porn
Hai mai provato a pensare come avresti reagito trovandoti nei panni di Tiziana Cantone? Non conosci la sua storia? Era una ragazza napoletana di 33 anni la cui vita fu sconvolta nel 2015, quando alcuni video pornografici privati furono condivisi online, senza il suo consenso, e divennero virali. La donna si trovò a combattere un’aspra battaglia legale per far rimuovere i contenuti, ricevette insulti e messaggi volgari e denigranti su diverse piattaforme. Nonostante arrivò perfino a cambiare il proprio nome, trasferendosi più volte per tentare di rimettere in piedi la sua vita e riconquistare i suoi spazi privati, in qualche modo i meme, i gadget e le parodie continuavano a circolare e a perseguitarla. Alla fine, Cantone si suicidò.
Alcuni anni prima, nel 2011, Holly Jacobs subì qualcosa di molto simile. La donna statunitense ricevette una email anonima in cui le annunciavano che su un sito internet erano state pubblicate delle sue foto compromettenti. A quel primo messaggio ne seguirono altri: il contenuto delle email minacciava la condivisione di altri materiali privati di Jacobs. Ben presto, la donna ricevette anche messaggi perversi e squallidi di sconosciuti, poiché il suo indirizzo evidentemente era stato diffuso così come i video. Jones inviò centinaia di segnalazioni alle piattaforme chiedendo la rimozione dei contenuti, ma spesso queste richieste caddero nel vuoto. Cambiò tutti i suoi account di posta e anche il proprio nome, ma qualcuno riusciva sempre a risalire a lei. La sua reputazione fu totalmente distrutta. La donna però reagì, lanciò la petizione End Revenge Porn, diffuse la sua storia e chiese con forza che fosse adottata una legge per condannare il reato di condivisione di pornografia non consensuale. Jacobs elaborò quindi, con le professoresse Mary Anne Franks e Danielle Citron, quella che fu la proposta di legge anti revenge porn della California. Fu solo grazie al lavoro dell’Avvocatura dello Stato della Florida che si riuscì a stabilire che la storia era responsabilità dell’ex fidanzato della donna.
I due casi che ti abbiamo raccontato sono tra i più celebri episodi di revenge porn accaduti negli anni.
Quali sono i canali usati per diffondere pornografia non consensuale
Il fenomeno della pornografia non consensuale in Italia ha raggiunto numeri preoccupanti. A segnalare la crescita di questa tipologia di reati e il pericolo crescente che storie del genere coinvolgano i più giovani è stato l’annuale rapporto dell’associazione Permesso Negato.
Il report dello scorso novembre di questa no profit, che si impegna nel contrasto del revenge porn e di ogni forma di violenza e odio online, si è concentrato sui nuovi canali di diffusione dei materiali di pornografia non consensuale. I dati raccolti da Permesso Negato hanno evidenziato come siano più di tre milioni gli utenti che in Italia si scambiano su Telegram questo tipo di immagini e video. L’associazione denuncia inoltre che tra questi individui, sui canali attivi, si inneschi quasi una gara a condividere materiali espliciti non consensuali, e che per lo più le vittime sono loro partner o ex partner. È già grave che vengano diffusi questi contenuti, ma a rendere ancora peggiore la situazione è il fatto che spesso foto e video siano associati anche alle informazioni delle persone che subiscono questo abuso.
I danni che questo tipo di reato provoca su chi lo subisce sono devastanti, come dimostra la storia esemplare di Tiziana Cantone. Le persone subiscono un trauma paragonabile a quello provocato da una violenza sessuale, si sentono umiliate e ferite, e in più la loro reputazione viene messa alla gogna. Nella maggior parte dei casi,esse non riescono a mantenere il proprio lavoro e sono anche costrette a cambiare casa.
I numeri di Telegram e OnlyFans Italia
Il revenge porn corre sui social e sulle piattaforme online. Permesso Negato ha monitorato alcuni canali che permettono la diffusione della pornografia non consensuale (NCP). In rete risultavano presenti 190 canali Telegram in attività di revenge porn o deep sex fake, e le persone che risultano attive su questi gruppi sono quasi nove milioni.
Rispetto alla ricerca dell’Osservatorio Permesso Negato del 2020, il fenomeno revenge porn su Telegram è raddoppiato, con un aumento dei canali, mentre gli utenti sono praticamente triplicati rispetto ai quasi tre milioni di utenti individuati sui canali di contenuti NCP dell’anno precedente.
Telegram non è stato l’unico canale per chi fosse in cerca di NCP: negli ultimi anni è stato registrato un aumento delle richieste di questo genere di contenuti pornografici su Onlyfans, un social a pagamento diventato pieno zeppo di canali di creator che diffondevano immagini di natura erotica. Con i suoi 130 milioni di utenti attivi, questa piattaforma ha attirato l’attenzione di politici e giuristi, e negli Stati Uniti un gruppo di parlamentari ha chiesto che fosse avviata un’inchiesta sui materiali pedopornografici venduti sulla piattaforma.
Come denunciare revenge porn
Per aiutare le vittime di pornografia non consensuale è attiva Permesso Negato. L’associazione ha già aiutato più di 4.000 persone con il suo team di esperti legali, criminologi e informatici. Il supporto dell’associazione consiste sia nell’aiutare le vittime a sviluppare la giusta strategia in tribunale per ottenere la rimozione delle proprie immagini, che nello stesso lavoro di rimozione e segnalazione dei contenuti. Se vedi nelle chat o sui social materiali che credi siano pornografia non consensuale, o se sei vittima di revenge porn, puoi contattare Permesso Negato o rivolgerti al Garante per la privacy. E per chi subisce questo tipo di reato è sempre consigliabile anche rivolgersi a un valido supporto psicologico. Qui trovi maggiori informazioni su come puoi difenderti dal revenge porn.