Dopo avere trascorso lunghe vacanze estive nel paesino di montagna della nonna materna, Alice ha intrapreso il suo percorso di studi accademici a Torino, perdendo il contatto con quello che rappresentano la sua storia familiare e le sue origini.
Resasi conto di quanto la lontananza con quei luoghi fosse dolorosa per lei, torna sui suoi passi con una visione diversa delle sue radici e della comunità di cui faceva parte.
Nei suoi dipinti campeggiano bastoni, grandi cappelli e abiti lunghi tratti proprio dalla cultura popolare che permea i suoi ricordi e la sua immaginazione. I volti assumono espressioni malinconiche ma anche ieratiche, proprio per richiamare a quell’antica saggezza popolare che tanto dà sicurezza.
Storie e rituali fanno parte della nostra cultura e, in quanto tali, dobbiamo valorizzarli per non rischiare di perderli. Tradurre parole in forme e colori è ciò che rende i dipinti di Alice così comunicativi, in grado di trascinare chi li osserva in un passato neanche troppo lontano, ma dolce e confortante.