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Revenge Porn: cos’è il consenso?
Revenge Porn: cos’è il consenso?
Data pubblicazione: 21 dicembre 2021
Se invii una foto privatamente a una persona, e poi questa la condivide in un gruppo o sui social, ti senti in colpa e pensi avere sbagliato?Il grave errore sta dall’altra parte, è un reato e può essere denunciato. Il consenso termina dove viene violata l’intimità tra te e il destinatario. Ecco come riconoscerne i confini.
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Impara a conoscere il revenge porn per difenderti
Trovi su un sito una foto contenente il tuo corpo nudo, ma non hai mai posato per quello scatto? Sei vittima del deep fake porn, una delle molte tecniche di cyberbullismo e revenge porn che sono nate con l’uso delle nuove tecnologie. Vengono utilizzate app o programmi digitali per creare immagini pornografiche non consensuali che poi vengono diffuse su internet. Immagina il tuo senso di angoscia e profonda umiliazione nel vederti esposta o esposto così, senza difese, in uno spazio pubblico.
Questo è un esempio che aiuta tante persone a capire cosa sia il concetto di consenso e violazione legato al fenomeno del revenge porn. Chi decide di aggredirti utilizzando la pornografia non consensuale vuole distruggere la tua autostima e punta a farti sentire il peso del giudizio sociale. Allo stesso tempo, vuole farti sentire l’insicurezza di veder violata la tua sfera più privata, i tuoi segreti. La tua intimità viene mostrata al pubblico senza che tu ne sia consapevole o abbia approvato una tale esposizione.
È una violenza fisica e psicologica
Il revenge porn, come tutte le forme di pornografia non consensuale, provoca un senso di impotenza, frustrazione, rabbia e vergogna in chi lo subisce. I danni psicologici di questa forma di violenza sono spesso devastanti. A subire più di frequente queste forme di aggressione sono le donne e i minori. Pensa che nel 2019 è stata diffusa un’app che permetteva di trasformare una foto pubblicata online o sui social in un nudo. Deep Nude - questo il nome della applicazione - usava l’AI per spogliare le donne. Se tentavi di usare l’app con un’immagine maschile l’operazione non riusciva. A sottolineare quanto le pratiche di revenge porn siano comunemente usate per colpire le persone di sesso femminile.
La pornografia non consensuale viene spesso usata come vendetta verso l’ex partner, ma negli ultimi anni è stata colpita ogni tipologia di persona. I reati di revenge porn sono avvenuti in gruppi di adolescenti come forma di bullismo, o sono diventati dei ricatti contro celebrità o personalità politiche.
Una stima del 2019 dell’American Psychological Association ipotizza che circa il 10% della popolazione abbia subito aggressioni sotto forma di revenge porn nella vita. Le violenze come la pornografia non consensuale, secondo gli esperti dell’associazione, spingono le persone a pensare al suicidio. Le statistiche dell'associazione Cyber Civil Rights Iniziative hanno evidenziato come per circa il 51% di vittime questo fosse addirittura l’unica soluzione al problema.
Scattarsi una foto non è sinonimo di consenso
Un aspetto molto delicato del revenge porn è il concetto di “consenso”.
Le immagini e i video divulgati, nella maggior parte dei casi, hanno ricevuto l’approvazione iniziale delle vittime (possono essere state loro stesse a inviarle al destinatario, o a concedersi per uno scatto o filmato intimo). Ma il solo consenso è legato a un atto sessuale privato e sottoscritto dalla reciproca fiducia. Dunque anche le foto e i video devono restare circoscritti alla persona che ha ricevuto quel tipo di consenso.
Tra i casi più celebri in cui filmati di rapporti sessuali o immagini private sono poi stati diffusi senza che la vittima ne fosse consapevole ci sono quelli di Tiziana Cantone e dell’americana Holly Jacobs.
Il fenomeno è molto complesso e viola il diritto delle vittime in modi molto diversi. Viene considerata pornografia non consensuale anche la manipolazione di immagini, come nel caso del deep fake porn visto all’inizio di questo articolo. Un’altra forma di violazione della privacy e del consenso si ha quando si usano app o altri strumenti per sottrarre immagini dallo smartphone, dal pc o dai cloud delle vittime. Sono delle vere e proprie effr
Diffondere video e immagini senza la tua approvazione è reato
Ognuno di questi scenari rientra tra i reati di pornografia non consensuale. Il Codice Rosso è la legge n.69 del 2019 adottata in Italia per contrastare questo fenomeno, e punisce chi, dopo avere realizzato o sottratto immagini o video sessualmente espliciti, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde (per esempio in una chat Whatsapp o Telegram) senza che le persone riprese o ritratte abbiano approvato la diffusione di questi materiali (articolo 612 ter).
Dunque, se invii una foto al fidanzato o alla fidanzata, non li autorizzi a renderla pubblica, non cedi loro il diritto di diffonderla. Il fatto di realizzare un video intimo non implica che tu sia d’accordo con la pubblicazione di quel contenuto altrove.
Il fenomeno della pornografia non consensuale include anche la diffusione di immagini riprese nel corso di violenze sessuali, come riporta la Ricerca sullo stato del Revenge porn in Italia dell’associazione Permesso Negato (pubblicata a novembre 2021). Ci sono gruppi Telegram, su piattaforme social e nel deep web, che condividono questo tipo di materiale, persino di minori abusati.
Il rapporto evidenzia come, purtroppo, non siano rare le richieste esplicite di materiale di pornografia minorile in chat e gruppi online. I minori ricevono spesso messaggi in direct con richiesta di foto o filmati per i quali vengono persino promesse delle ricompense.
Attenzione alle piattaforme digitali
La paura delle sanzioni previste dal Codice Rosso non sembra però fermare questo fenomeno: Permesso Negato denuncia come la situazione sia critica “soprattutto per via di piattaforme, per prima Telegram, refrattarie non solamente alle segnalazioni di privati e associazioni, ma che paiono sorde anche nei casi di pedopornografia.
Non tutti i social, le piattaforme e i gruppi si sono comportati allo stesso modo, Facebook Meta, Google e Microsoft, per esempio, hanno adottato una politica di tolleranza zero verso il revenge porn. Per prevenire forme di condivisione non consensuale dei tuoi contenuti sono stati adottati dei nuovi programmi che impediscono la condivisione di immagini intime senza la tua esplicita approvazione.
Scopri come puoi difenderti dal revenge porn.
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