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Agenda 2030: saremo puntuali?
Agenda 2030: saremo puntuali?
Data pubblicazione: 18 febbraio 2022
Stiamo facendo tutto per arrivare puntuali al nostro appuntamento con il pianeta? Secondo i risultati dell’analisi Asvis, l’Italia, anche a causa della crisi Covid-19, è in ritardo rispetto agli obiettivi dell’ONU. Ma c’è ancora la possibilità di tornare in carreggiata.
Volontariato e Sociale
“La più grande minaccia al nostro pianeta è la convinzione che lo salverà qualcun altro.”
La consapevolezza di dover agire in prima persona e anche con piccole azioni per poter salvaguardare il benessere della Terra è aumentata negli ultimi anni. Ne sono prova la crescita del mercato di oggetti usati, l'aumento del riciclo, la nuova attenzione verso il riutilizzo e per prodotti, servizi e processi sostenibili. Il concetto di sostenibilità è andato oltre gli aspetti puramente ecologici. Nell’Agenda 2030, tra i 17 obiettivi che l’umanità dovrà raggiungere nei prossimi anni, ci sono anche un’educazione di qualità, la riduzione della povertà, il porre fine alla fame nel mondo, la garanzia di servizi igienici e acqua potabile in ogni Paese e periferia del mondo, e molto altro.
Per creare una società sostenibile bisogna capire che le scelte dei singoli ricadono sulla collettività, non solo a livello locale, ma anche globale.
Il cammino verso la sostenibilità
Il termine per raggiungere i 17 SDG’s dell’Agenda ONU è il 2030. Vediamo quindi a che punto siamo arrivati e quanto lavoro ci resta ancora da fare.
In Italia, l’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) stila ogni anno un rapporto sullo stato dei lavori dell’Agenda 2030 in Italia e negli altri Paesi del mondo.
La ricerca pubblicata a dicembre 2021 ha evidenziato come la pandemia abbia rallentato l’attuazione dei piani legati all’Agenda ONU.
Gli ultimi due anni hanno aggravato il divario economico tra ricchi e poveri, hanno portato a un aumento dei casi di povertà assoluta e anche a un peggioramento delle condizioni di sicurezza alimentare in alcuni casi. La guerra da anni in corso in Siria, il ritorno dei talebani al potere in Afghanistan, le tensioni crescenti per il dominio nel Sahel sono solo alcuni dei casi di violenza e di forte instabilità nel mondo. Forse non ne percepisci gli effetti diretti sulla tua vita, come invece riesci a fare con le tensioni tra Russia e Ucraina a cui stai assistendo in questi mesi.
La maggiore consapevolezza della gravità delle sfide da affrontare per poter creare delle società più sostenibili fa però sperare che, una volta usciti definitivamente dalla pandemia, i Paesi più sviluppati si concentrino sulle politiche che permetteranno di arginare i divari esistenti.
Alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 sono infatti totalmente in linea con le nuove politiche europee del Next Generation EU e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia. Lo sono per esempio i target del nono SDG’s ONU - concentrato su uno sviluppo responsabile ed equo delle innovazioni e delle industrie green - e del settimo obiettivo in Agenda (energia sicura, pulita e sostenibile).
E l’Italia, come sta lavorando?
Ancora nel 2019, secondo il rapporto OCSE (Measuring Distance to the SDG Targets), l’Italia era vicina a raggiungere solo 12 dei 105 target in cui si sviluppano gli obiettivi ONU. I settori nei quali il nostro Paese aveva ottenuto buoni risultati erano salute, energie rinnovabili e pulite e un consumo delle risorse della Terra.
Ecco, dopo i due anni di pandemia, cosa è emerso dall’analisi ASVIS sui risultati dell’Italia nel percorso verso l’Agenda 2030.
Gli indicatori in miglioramento sono quelli relativi al contrasto dei cambiamenti climatici e alla produzione di soluzioni energetiche più sostenibili. Risultati positivi sono arrivati anche per quel che riguarda il sedicesimo obiettivo dell’Agenda, quello che punta a garantire il rispetto dei diritti umani contrastando violenze e abusi, torture e violenze. Un elemento che ha contribuito a questo risultato è stato l’incremento di fiducia nelle istituzioni registrato durante la pandemia.
Non sono invece stati segnalati miglioramenti per quel che riguarda il Goal sei(sulla gestione dell’acqua) e per la promozione delle innovazioni (Obiettivo 9).
La pandemia e i due anni di crisi sanitaria hanno purtroppo portato a un peggioramento nelle azioni di contrasto della povertà, nel miglioramento dei servizi sanitari e di tutela della salute e anche nel sistema educativo (con l’aumento degli abbandoni scolastici). Tra gli obiettivi più complicati da raggiungere ci sono la parità di genere, i target sulla crescita occupazionale e quelli relativi alle politiche di lavoro dignitoso e dell’attenuazione delle disparità sociali.
I ritardi rispetto alla media dell’Unione Europea
Se si paragonano i risultati italiani con quelli dei Paesi dell’Unione, emerge che siamo in ritardo su almeno 10 obiettivi dell’Agenda rispetto alla media europea:
sconfiggere la povertà
istruzione di qualità
parità di genere
acqua pulita e servizi igienico-sanitari
lavoro dignitoso e crescita
imprese, innovazione e infrastrutture
riduzione disuguaglianze
pace, giustizia e solidità istituzioni
cooperazione internazionale.
L’adozione del PNRR e i fondi in arrivo in Europa per contrastare la pandemia possono portare a un cambio di passo che aiuterà il Paese a raggiungere gli obiettivi fissati.